LA VALSORDA

Ho sbagliato strada pe' arivacce, so' gionto che la gara stava pe' inizia', so' smontato da la macchina e me so' messo a corre, ma ne valeva la pen(n)a.
La gara della Valsorda meritava uno sforzo notevole, da prima mattina domenicale, per lasciare il contatto col materazzo (alla perugina), però, oh sembrava de corre su di una valle incantata tipo de quelle giurassiche, solo gli sfronchi de sti atleti sfiatati rompevano il silenzio naturale che aleggiava leggero, su di un percorso che meritava anche di spendere qualche secondo sulla media chilometrica per essere guardato e non solo visto.
Veramente è il caso di non scherzarci con la Valsorda, una vallata (appunto) che invece ci sente benissimo al richiamo della montagna circostante, che la fa da padrona non soltanto con la durezza del percorso, ma anche sbattendoti in faccia immagini da cartolina, nitriti di cavalli selvaggi, cacche da evitare, ciottoli che trasformano le tue mizuno in pattini mesozoici, schiene a pezzi l'indomani mattina, ma soprattutto l'odore della pancetta cotta nella brace che trasforma il ristoro in una lotta senza quartiere contro le sollecitazioni dietetiche dell'organizzazione mondiale per la sanità...

4 del team bloggers presenti alla manifestazione: s.w.m., arianna, david, silvan
le frecce della valsorda ...